In passato il ritratto era attribuito alla scuola francese, e nella collezione Višnevskij era considerato opera di artista anonimo. L'attribuzione al pennello di Luigi Crespi, figlio e biografo di Giuseppe Maria Crespi, è stata proposta da Vittoria Markova. Probabilmente fu dipinto in un periodo non antecedente agli anni Cinquanta del XVIII secolo, quando Luigi Crespi tornò da un lungo viaggio a Venezia, Vienna e Dresda, che lo aveva arricchito dell'esperienza europea.